Lo spettro del capitale by Sergio Bellucci Marcello Cini

Lo spettro del capitale by Sergio Bellucci Marcello Cini

autore:Sergio Bellucci, Marcello Cini
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788875781378
editore: Codice


Qualche esempio. I tre grandi del mercato delle automobili – General Motors, Chrysler e Ford – che negli anni Cinquanta e Sessanta avevano coordinato i prezzi, i salari e la produzione nel settore si trovarono a dover fare spazio a sei altre aziende americane, tre delle quali assemblavano automobili giapponesi. I tre grandi network televisivi furono affiancati da centinaia di canali specializzati in ogni genere di programma, tutti in lotta tra loro per attirare gli spettatori. La manciata di compagnie aeree che per anni avevano servito da sole le rotte principali a prezzi stabiliti dovette fare i conti con dozzine di nuove compagnie che offrivano rotte e prezzi in continuo cambiamento in una lotta furibonda.

L’industria dello spettacolo, dominata da pochi grandi studios hollywoodiani, si trasformò in un campo di battaglia. La monopolista AT&T si trovò a competere con cellulari, internet via cavo e servizi di VoIP che offrivano chiamate praticamente gratis. Il cartello delle case farmaceutiche Big Pharma si trovò a dover competere sul mercato con aziende biotech che offrivano medicinali di avanguardia. Le catene dovettero vedersela con gli ipermercati e gli ipermercati con i rivenditori on-line.

«Tutto questo – spiega ancora Reich – ha mandato in frantumi il vecchio sistema della produzione di massa e aumentato enormemente la concorrenza. Le istituzioni centrali del capitalismo democratico sono scomparse. Il supercapitalismo ha rimpiazzato il capitalismo democratico». E conclude: «Il potere è passato nelle mani dei consumatori e degli investitori».

Ma Guido Rossi, nella sua prefazione all’edizione italiana del libro di Reich, non è d’accordo con questa conclusione perché assolve il sistema e si limita a invitare ciascuno di noi a scegliere tra lo status di cittadino di uno stato democratico e quello di consumatore e/o investitore in un mercato capitalistico. Scrive Rossi, e noi siamo d’accordo con lui:

A me pare, in definitiva, che il deficit grave di democrazia che con grande lucidità Reich ha descritto debba invece essere affrontato mettendo sotto accusa l’intero sistema, perché la colpa sempre più grave di quel deficit non siamo noi, anzi ciascuno di noi, nel suo schizofrenico sdoppiamento fra consumatore vincente e cittadino perdente. Non credo che siamo noi che abbiamo bisogno di uno psicanalista per diventare meno consumatori e più cittadini, ma sono le società per azioni, le banche e i mercati finanziari che abbisognano di un legislatore, magari sovranazionale, severo ma né improvvisato, né prodigo di troppe inutili norme. […] È purtroppo una scelta alternativa, condizionante per il resto del mondo, sapere se gli Stati Uniti vorranno continuare a pensare che il supercapitalismo è ineluttabile o che la democrazia dei diritti di varie generazioni, secondo le classificazioni di Norberto Bobbio, sia il valore prioritario da perseguire per tutti.



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